STEP #28 - La sintesi finale

Il radiogoniometro è la cosa grazie alla quale noi oggi possiamo viaggiare in aereo o in barca in sicurezza, senza il rischio di scontrarci con ostacoli vari. Infatti la sua branca scientifica è la radiocomunicazione [step04] : la comunicazione che trasmette informazione mediante canali radio a frequenze comprese tra 0 e 300GHz con segnali elettromagnetici [step 05]; e proprio il radiogoniometro fu lo strumento principale di inizio '900 a dare sviluppo a tale ambito.
Il campo delle radiocomunicazioni ha avuto un' incredibile espansione nel ventesimo secolo: tutto ebbe inizio nel 1901 quando Guglielmo Marconi, situato in America Settentrionale, ricevette segnali radioelettrici trasmessi da Cornovaglia. Marconi [step 11] fu uno dei principali promotori dello sviluppo di tale ambito, infatti i primi radiogoniometri italiani furono monopolio delle Officine Marconi
 [step 20], ma egli non fu l'unico: gli inventori dello strumento furono lo scienziato Artom, l'ingegnere Bellini e il capitano della marina Tosi, con il telaio Bellini-Tosi [step 09]. Nato in un contesto di guerra (inizialmente fu fortemente impiegato dagli inglesi per individuare gli U-Boat tedeschi, infatti hanno poi girato anche un film a riguardo [step 12]), successivamente ebbe fortuna nel campo dei trasporti, soprattutto in quello aereo [step 21] e in quello marittimo[step 18] tant'è che nel recente 2014 il Ministero dello Sviluppo Economico pubblicò la normativa relativa all'uso del sistema radiogoniometrico [step 23]. 
I radiogoniometri sono infatti ancora impiegati oggi nelle piccole imbarcazioni e yatch, tuttavia hanno ceduto la strada alla loro versione finale: il radar [step 14], strumento sviluppatosi fortemente negli anni '80 del XX secolo, ampiamente utilizzato oggi giorno per il controllo del traffico aereo civile, per le rilevazioni meteorologiche e per la misurazione delle velocità automobilistiche.
Il funzionamento dei primi radiogoniometri era molto basico: l'antenna in ferrite del radioricevitore, grazie alla sua composizione chimica [step 26] e all'accoppiamento con una bussola magnetica da rilevamento, era in grado di leggere il minimo di intensità di campo emanato dalla stazione radiotrasmittente (radiofaro), misurarne l'angolo [step 15] formato dalla direzione della trasmissione radio captata e l'asse di mezzeria del veicolo su cui era montata ed inclinarsi verso essa . 
Le versioni immediatamente successive apportarono alcuni miglioramenti in termini di design, utilizzando materiali come legno ed ebanite [step 8]. 
Tale strumento ha poi fatto passi da gigante per quel che riguarda due fattori: il primo è quello relativo alle dimensioni, infatti esso passò da grandezze dell'ordine dei metri [step 02] a centimetri, come ne dimostrano l'anatomia [step 16] e un brevetto depositato nel 1969 [step 17]; il secondo inerente alla tecnologia: tutti i moderni radiogoniometri sono dotati di un sistema di lettura digitale della frequenza, di un sistema di radioguida, e la maggior parte hanno anche un tracciatore automatico di direzione 
[step 03]. Di conseguenza la modalità d'uso di tale oggetto si è evoluta non poco nel tempo: basti pensare che inizialmente serviva un operatore apposito (chiamato marconiano) dedito al suo utilizzo[step 22]! 
A marcare ulteriormente l'importanza e l'impatto del radiogoniometro nella storia del secolo scorso furono i numerosi libri scritti a riguardo [step 10], il frequente uso di questa parola e degli ambiti a lei affiliati negli scritti [step 24], e la pubblicità generatasi [step 13]: vi assicuro che nello scrivere un'abbecedario [step 19] sullo strumento si ha l'imbarazzo della scelta per ogni lettera, a causa della molteplicità di settori abbracciati da esso. 
Come si è visto, il radiogoniometro si è evoluto nel tempo, ma il concetto alla base di esso è sempre lo stesso: guidare le persone verso una meta [step 27]; metaforicamente lo si può equiparare al filo di Arianna che salvò Teseo dal minotauro [step 07] ed è interessante pensare che questo oggetto abbia in qualche modo sostituito la natura sotto certi aspetti [step 06].

Attraverso questo breve viaggio intellettuale siamo stati in grado di indagare e scandagliare il radiogoniometro [step 01], apparecchio a me prima sconosciuto, di cui spero di averne illustrato aspetti fondamentali e valore storico-sociale: questo "semplice" oggetto ci ha guidato varie volte nella nostra vita, con sicurezza. Quale miglior esempio di cosa la cui storia è intrinseca a noi? Allora vi lascio con un interrogativo: è giusto parlare di storia delle cose o sarebbe più corretto parlare di storia delle cose e di uomini? Questa semplice domanda permette di riassumere il messaggio che si è cercato di passare con questo blog: osserviamo ed analizziamo ciò che abbiamo intorno per capire le sfumature della storia, ma soprattutto quelle dell'uomo in sè.







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